Le funzioni del Coordinatore Infermieristico. Nuove Prospettive

 

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Le funzioni del Coordinatore Infermieristico.

Nuove Prospettive

Barbaro Antonio

Infermiere, Azienda Sanitaria Provinciale Reggio Calabria

 

Corrispondenza: antoniobarbaro@asprc.it 

 

INTRODUZIONE

 Scopo di questa ricerca è di evidenziare il ruolo del coordinatore infermieristico dalla sua istituzione sino ai nostri giorni e proiettato nel futuro, con le sue trasformazioni nel tempo, sottolineando l'importanza delle sue mansioni per l'efficienza delle unità operative del sistema sanitario. La figura del coordinatore nasce 1925 con il successivo regolamento attuativo del 1929 nel quale l'infermiere, con un ulteriore anno aggiuntivo di studi, viene qualificato ed abilitato alle funzioni direttive (FAD) con una mansione manageriale che prima non aveva, nasce così la figura del caposala che, all'epoca veniva svolta esclusivamente da religiose che avevano maggiore controllo della disciplina e degli aspetti riguardanti il confort alberghiero delle strutture sanitarie. Solo successivamente con l'istituzione Sistema Sanitario Nazionale (SSN) con la legge numero 833/78 gli venivano attribuiti i compiti di controllo e di direzione del personale infermieristico ed ausiliario subordinato, il prelievo il controllo dei farmaci e dei materiali in dotazione, il controllo e la distribuzione degli alimenti ai pazienti ricoverati e la tenuta dell'archivio. Ha compiti di dirigenza ma alla diretta dipendenza funzionale del primario e dei sanitari del reparto ai sensi del DPR 128/1969 “Ordinamento interno dei servizi ospedalieri” tuttora vigente. Molti cambiamenti normativi si sono succeduti fino ad arrivare al Contratto Collettivo Nazionale Lavoro (CCNL) comparto sanità dove c'è stato il riconoscimento giuridico ed economico del coordinatore con una indennità specifica per la funzione di coordinamento

Il management infermieristico può essere definito "l'arte e/o scienza per ottenere prestazioni per mezzo e da infermieri in gruppi formalmente organizzati, attraverso l'assunzione continua di decisione sull'assistenza infermieristica. Arte in quanto i soggetti esprimono la loro creatività e la loro abilità individuale; Scienza perché si affida all'osservazione della raccolta dati e delle analisi delle informazioni raccolte. Purtroppo, all'evoluzione formativa non è sempre corrisposto un adeguato riconoscimento della funzione infermieristica nell'organizzazione del lavoro. Inoltre, la figura del coordinatore oltre a non avere avuto un sufficiente riconoscimento contrattuale, ha avuto un periodo di stallo nella formazione dovuta alla chiusura dal 1994 dei corsi fino all'attivazione del master in Management e coordinamento nell'anno 2002. Questi sono stati anni cruciali e di grande cambiamento nell’ambito del sistema socio-sanitario italiano. Questo ha creato nei capo sala confusione in quanto legati a un vecchio modello organizzativo che li vedeva impegnati nel contatto diretto con i pazienti, si sono visti improvvisamente assorbiti maggiormente da un'attività gestionale sempre più complicata. 

Sarebbe stato più opportuno un diverso percorso formativo, per fornire loro gli strumenti per gestire il cambiamento organizzativo, anziché subirlo come talvolta è accaduto. Questo per meglio motivare e coinvolgere tutto il gruppo infermieristico nel raggiungimento degli obiettivi aziendali. La creazione di un gruppo di lavoro composto da infermieri motivati dedicati agli aspetti clinici di assistenza del paziente avrebbe consentito al coordinatore di concentrare la propria attenzione sulla gestione dei processi organizzativi dell’Unità Operativa. Così facendo il coordinatore potrebbe assumere il ruolo manageriale con autorevolezza e credibilità ed efficacia. Il coordinatore oggi, oltre ad essere un manager deve essere anche un leader nell' Unità Operativa a cui è preposto; egli si occupa delle soluzioni dei problemi, prende decisioni con capacità di mediazione e anche di deleghe, quando è possibile, al personale. Un migliore coordinamento, infatti, si ottiene stimolando la partecipazione con riunioni e gruppo di lavoro. Oggi le Aziende Sanitarie hanno bisogno di figure manageriali quali possono essere i coordinatori infermieristici per attuare quelli che sono gli indirizzi della direzione generale nell'ottica di un decentramento delle responsabilità. Pertanto queste figure intermedie sono una risorsa preziosa all'interno dell'organizzazione per migliorare la funzionalità delle strutture sanitarie per quanto riguarda l'erogazione dell'assistenza infermieristica e del raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il coordinatore in pratica si deve adoperare per migliorare la qualità dei servizi e delle prestazioni e contestualmente gestire i problemi quotidiani dell'Unità operativa, quali possono essere la carenza di personale, lungaggini burocratiche, ritardi negli approvvigionamenti, la gestione del budget assegnato e anche particolare conflittualità che possono sorgere all'interno delle Equipe.

 

La Leadershisp Il termine leadership deriva dal verbo inglese to lead e significa guidare, condurre, dirigere. La leadership è un fattore molto importante per fare la differenza quando si lavora in gruppo. Non è facile essere un leader, non è facile capire quali possono essere le relazioni tra il comportamento del leader e le conseguenti reazioni dei suoi seguaci. Nella concezione organizzativa il ruolo del manager1 è di coordinare i vari sottosistemi di una organizzazione – pianificazione, produzione, sistema informativo, risorse umane, ricerca e sviluppo considerando le interazioni fra i fattori interni all'organizzazione ed i fattori ambientali. Per essere efficace il coordinatore infermieristico deve contemporaneamente svolgere i ruoli di manager e di leader, unire le capacità gestionali del manager e le capacità di guida delle persone del leader. Essere un leader significa avere la capacità di motivare gli altri a raggiungere un determinato obiettivo comune e condiviso. Un leader deve avere empatia, carisma, disponibilità, umiltà, capacità di valorizzare ogni singolo membro del proprio team, saper comunicare e risolvere i problemi. Si possono distinguere secondo Goleman 6 tipologie di leadership, ognuna delle quali corrisponde a una particolare esigenza aziendale e obiettivo da raggiungere: 1) Stile visionario Il leader visionario è quello che riesce a creare con i dipendenti un sogno condiviso e questo può farlo solo un capo carismatico, sicuro di sé e quindi credibile. 2) Stile democratico Un leader democratico è quello che è in grado di valorizzare i propri collaboratori coinvolgendoli nelle decisioni in un contesto di operatività partecipativa e di responsabilizzazione dei dipendenti. Perché questo stile risulti efficace è necessaria esperienza e un buon affiatamento dello staff che è possibile creare se il leader è un abile comunicatore. 3) Stile esigente

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 1 Maria Luisa Palma, Il ruolo del Coordinatore infermieristico nel lavoro in team, 2016 


Il leader esigente è una persona determinata, che ama il successo e di conseguenza pretende molto dai suoi collaboratori. E’ uno stile talvolta rischioso, perché potrebbe alterare le dinamiche del gruppo di lavoro e la strategia migliore per evitare questo è di mettersi in gioco in prima persona nelle situazioni critiche. 4) Stile coach Il leader coach è quello che riesce a collegare gli obiettivi dell'azienda ai bisogni del lavoratore, in pratica è quello che riesce a valorizzare le potenzialità di ogni singolo membro del gruppo in funzione del raggiungimento degli obiettivi aziendali. Perché questo si possa realizzare è necessario che ci siano dei lavoratori motivati con spirito di iniziativa e con il desiderio di migliorarsi professionalmente anche in questo stile è importante la credibilità del capo coordinatore e l'empatia che riesce a creare con gli altri. 5) Armonizzatore/affiliatore Lo stile armonizzatore è quello che riesce a creare armonia nel gruppo di lavoro e prevenire ed evitare i conflitti fra i singoli componenti e risulta particolarmente idoneo in tutte quelle situazioni difficili con forte stress che potrebbero far vacillare la motivazione e quindi la performance. In questo caso il coordinatore deve avere ottime capacità relazionali e comunicative per tenere unito il gruppo. 6) Stile autoritario Il leader autoritario è quello che impone il proprio punto di vista, non ammette repliche e non accetta fallimenti. Chiaramente questo approccio comporta la creazione di un clima teso nel gruppo e quindi può andare a discapito della produttività e della qualità. Goleman consiglia di adottare questo stile cosiddetto "militare” soltanto in casi di estrema emergenza o gravità. Comunque tutti e 6 i tipi di leadership presuppongono una buona capacità di comunicazione.

 Quale stile applica il leader efficace 

Un buon leader deve essere in grado di adottare ognuno di questi stili a seconda delle situazioni, mai in modo rigido, deve essere dotato di intelligenza emotiva che significa saper gestire le emozioni sue e degli altri, deve motivare le persone, trasmettere fiducia, essere autorevole, ambizioso, anche coraggioso, saper scegliere le persone giuste, essere un abile comunicatore, trasmettere positività. Non deve essere, invece, glaciale e distaccato, ma sapersi congratulare, esprimere la propria riconoscenza, incoraggiare e sostenere tutte le attività del gruppo. Pertanto potremmo sintetizzare quello che è il vademecum del buon leader: Indicare gli obiettivi Dare l'esempio Migliorare continuamente Concedersi il tempo per pensare Guidare senza sospingere Giudicare dai risultati Costruire la fiducia intorno Aspettarsi di essere criticati Pensare al futuro Possedere una mentalità vincente 

 Differenza tra Leader e Manager

 Il leader non ha necessariamente una nomina ufficiale ma riesce a coinvolgere gli altri e ad influenzarli, in modo formale o informale, per la realizzazione degli obiettivi, assumendosene i rischi, studiando le strategie e può anche non essere un bravo Manager. 9 Il manager, invece, ha una nomina formalmente conferita e quindi ha l'autorità per far mettere in atto le sue direttive, pianifica le norme e le procedure per ottenere i risultati e può anche non essere un leader. 

Un nuovo scenario 

L'esercizio della funzione di coordinamento è espletato da coloro che sono in possesso dei seguenti requisiti:

 a) Master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento nell'area di appartenenza, rilasciato ai sensi dell'articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell'articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270; 

b) esperienza almeno triennale nel profilo di appartenenza. 

Il vecchio CCNL comparto sanità del 1998/2001 prevedeva le modalità di accesso al livello economico Ds: dall’esterno: mediante pubblico concorso nel rispetto dell’art. 15, comma 2 del presente contratto; dall’interno: ai sensi dell’art. 17 dello stesso. Appartengono a questa categoria - nel livello economico D super (Ds) - i lavoratori che ricoprono posizioni di lavoro che, oltre alle conoscenze teoriche specialistiche e/o gestionali in relazione ai titoli di studio e professionali conseguiti, richiedono a titolo esemplificativo e anche disgiuntamente: autonomia e responsabilità dei risultati conseguiti; ampia discrezionalità operativa nell’ambito delle strutture operative di assegnazione; funzioni di direzione e coordinamento, gestione e controllo di risorse umane; coordinamento di attività didattica; iniziative di programmazione e proposta. 3 Il Collaboratore professionale sanitario esperto programma, nell’ambito dell’attività di organizzazione dei servizi sanitari - quali, ad esempio, quelli infermieristici, la migliore utilizzazione delle risorse umane in relazione agli obiettivi assegnati e verifica l’espletamento delle attività del personale medesimo. Collabora alla formulazione dei piani operativi e dei sistemi di verifica della qualità ai fini dell’ottimizzazione dei servizi sanitari. Coordina le attività didattiche tecnico-pratiche e di tirocinio, di formazione (quali, ad esempio, diploma universitario, formazione complementare, formazione continua) del personale appartenente ai profili sanitari a lui assegnate. Assume responsabilità diretta per le attività professionali cui è preposto e formula proposte operative per l’organizzazione del lavoro nell’ambito dell’attività affidatagli. Il livello economico Ds veniva denominato esperto. Successivamente viene modificata la denominazione dei profili di esperto, a far data dall’entrata in vigore dell’attuale CCNL, nei profili di tutte le categorie e dei relativi livelli economici, la denominazione “esperto” viene sostituita dalla denominazione “senior”. Il nuovo CCNL del 2018 ha trasformato la posizione del Capo sala/coordinatore in incarico di coordinamento che richiede la partecipazione ad avvisi con rinnovi triennali ed una durata massima di 10 anni. Il CCNL siglato il 21 maggio 2018 all'art. 21 ha voluto preservare l'indennità di coordinamento permanente, seppure ormai ad esaurimento, già prevista dall'art. 10, commi 2,3 e 5 del CCNL del 20.9.2001(II biennio) con la precisazione che la medesima è assorbita dall'indennità d'incarico relativa all'eventuale conferimento di una degli incarichi di funzione previsti dal CCNL 2016-2018. In base all'art. 16 dello stesso CCNL del 21.5.2018, i titolari dell'indennità di coordinamento di cui all'art. 21 del CCNL 21.5.2018, appartenenti al ruolo sanitario e inquadrati nella categoria D (ivi incluso il livello economico DS) senz'altro, qualora siano in possesso dei relativi requisiti, possono, su domanda, partecipare ai nuovi avvisi di selezione per il conferimento della funzione di coordinamento prevista dalla Legge n. 43 del 2006 che, come si legge al comma 4, "...è confermata e valorizzata all'interno della graduazione dell'incarico di organizzazione, anche in relazione all'evoluzione dei processi e modelli organizzativi ed all'esperienza e professionalità eseguite". Il medesimo CCNL non ha modificato quanto già previsto per l'esercizio della funzione di coordinamento dal previgente CCNL e, in particolare, la necessità del possesso dei requisiti di cui all'art.6, commi 4 e 5, della legge 43/2006, requisiti peraltro relativi alle professioni sanitarie. In ordine invece agli incarichi di coordinamento conferiti precedentemente all'entrata in vigore del nuovo CCNL, si fa presente che ex art. 23 del CCNL del 21.5.2018 il nuovo sistema degli incarichi deve avere decorrenza dall'entrata in vigore del nuovo CCNL. Peraltro, in considerazione della necessità di tempi tecnici, per la concreta messa a regime del nuovo impianto, l'art. 22 dello stesso CCNL ha disposto uno specifico regime transitorio in forza del quale gli incarichi attribuiti alla data di sottoscrizione del CCNL ovvero quelli che saranno conferiti in virtù di una procedura già avviata alla medesima data restano in vigore fino al completamento del processo di istituzione ed assegnazione dei nuovi incarichi di funzione, processo che dovrà avvenire nel minor tempo possibile. Ciò implica che i suddetti incarichi avranno durata fino alla originaria data di scadenza senza rinnovo, fatta salva soltanto una eventuale prorogatio, di natura temporanea, giustificata dalla condizione che l'Azienda o Ente abbia attivato, a far data dalla decorrenza di cui all'art. 23, il processo di istituzione ed assegnazione dei nuovi incarichi di funzione. Qualora, i titolari ddell'indennità di coordinamento di cui all'art. 21 del CCNL 21.5.2018, appartenenti al ruolo sanitario, inquadrati nella categoria D (ivi incluso il livello economico DS) e già titolari di incarico di coordinamento (ai sensi del precedente art. 4 del CCNL del 10.4.2008), partecipino alle nuove selezioni e ne risultino vincitori (in 12 conformità ai criteri selettivi e alle modalità di conferimento dei nuovi incarichi di funzione come formulati dall'Azienda stessa) si realizzerebbe altresì l'assorbimento dell'indennità di coordinamento, di cui all'art.21, comma l del CCNL del 21.5.2018, da parte dell'indennità d'incarico, conferito ex nova, così come previsto dall'art. 21, comma 3, del CCNL del 21.5.2018. L’art. 19, comma 5, prevede che i nuovi incarichi di funzione conferiti in applicazione del nuovo sistema delineato dal CCNL del 21.5.2018 possano essere rinnovati, previa valutazione positiva, senza attivare la procedura di cui al comma 3 del medesimo articolo, per una durata massima complessiva di 10 anni. L’Azienda Sanitaria, previa analisi organizzativa delle diverse funzioni di coordinamento da attivare, deve effettuare una graduazione degli elementi della complessità funzionale, che possono essere: – il grado di livello del coordinamento da effettuare: intendendo con ciò se il coordinamento riguarda l’intera articolazione aziendale (distretto socio-sanitario e presidio ospedaliero per una ASL territoriale) oppure uno specifico dipartimento aziendale (che potrebbe essere inteso di alta complessità con riferimento all’organizzazione di una Azienda Ospedaliera) o ancora uno specifico servizio o una unità operativa semplice (in tal caso, diminuisce la complessità di intervento)4 ; – il numero delle persone da coordinare e gli specifici contesti di intervento (graduando con ciò la complessità del coordinamento del personale in base ad una dimensione puramente quantitativa o anche legata a specifici interventi caratterizzati da una certa complessità funzionale; – la complessità della tecnologia utilizzata; – la complessità prestazionale;– la tipologia dell’utenza; -la presenza o meno di relazioni complesse. Attraverso anche il sistema delle relazioni sindacali con lo strumento della concertazione si effettua l’analisi organizzativa, e si scelgono le persone che meglio rispondono alle caratteristiche della funzione qualificata come complessa. Nel principio di trasparenza ed imparzialità delle amministrazioni pubbliche si possono effettuare delle selezioni interne tra il personale interessato a ricoprire la funzione, prevedendo delle regole chiare, semplici e soprattutto efficaci nella scelta delle persone ritenute più idonee allo svolgimento della delicata funzione di coordinamento. E’ prevista la precedenza nelle selezioni interne per il passaggio alla categoria Ds, per il personale della categoria D cui sia stata assegnata la funzione di coordinamento successivamente all’entrata in vigore del contratto e l’abbia svolta per un periodo di un anno con valutazione positiva.

 L’organizzazione delle attività La prima importante funzione dei coordinatori è l’organizzazione delle attività5 . Di grande importanza è la scelta di un modello a cui fare riferimento e deve essere la più appropriata all’ambiente di riferimento, alla tipologia di utenza e alle tipologie delle prestazioni. Prima di ogni approccio organizzativo delle attività e scelta del modello più appropriato occorre procedere ad una analisi sistemica sui fattori già presenti nel contesto aziendale al fine poi di valutare le eventuali criticità ed ipotesi di miglioramento organizzativo. I fattori relativi all’analisi sistemica sono:

– l’ambiente relazionale intendendo con ciò tutte le relazioni esterne ed interne della realtà organizzativa esaminata (l’ospedale, il distretto un dipartimento ecc). 

– la struttura di base e cioè l’analisi dell’organizzazione aziendale (mansioni, compiti, suddivisione dell’organico).

 –le variabili sociali6 che riguardano i rapporti che si instaurano tra infermieri e utenti, tra medici e utenti, tra medici e infermieri, tra infermieri dirigenti e coordinatori, tra coordinatori e infermieri e infine tra infermieri e altri operatori socio assistenziali e tecnici addetti all’assistenza.

 – le variabili individuali del personale e cioè l’analisi delle caratteristiche delle persone (comportamento, motivazione al lavoro, competenza, esperienza e potenzialità).

 – le variabili tecniche (quantità e qualità degli strumentari diagnostici e terapeutici, dei presidi medico-chirurgici, approvvigionamento dei farmaci, aggiornamento tecnologico, livelli di manutenzione, la facilità d’uso). 

 – i meccanismi operativi (sistemi di selezione, formazione e gestione del personale, modelli di presa delle decisioni, gestione del sistema informativo, sistemi di valutazione e di controllo dei risultati, meccanismi di premio e sanzione).

 Quando si vuole un cambiamento organizzativo delle attività è di fondamentale importanza l’analisi dei fattori suindicati. 

 

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 CONFLITTO DI INTERESSI

Si dichiara l’assenza di conflitto di interessi.

FINANZIAMENTI
Gli autori dichiarano di non aver ottenuto alcun finanziamento e che lo studio non ha alcuno sponsor economico.

BIBLIOGRAFIA

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 ARAN, Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Comparto Sanità del 2016/2018.

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Boccardelli Paolo, Tempi nuovi, leader nuovissimi “La creatività disegna i manager del futuro”, 2019

 Calamandrei - Orlandi - Ghizzoni, Manuale di management per le professioni sanitarie, McGraw Hill, 2015

Carlo Calamandrei-A. Pennini, La leadership in campo infermieristico, 2006

Cortelazzo e Zolli, Zanichelli Dizionario etimologico della lingua italiana, 1994

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